Come fare le domande in un questionario: consigli pratici

16 Luglio 2022 | Disegno di ricerca

Affinché i dati raccolti tramite un questionario ti permettano di rispondere in modo chiaro e completo ai tuoi quesiti di ricerca, è necessario strutturare le domande in modo efficace. Scopri come in questo articolo.

come fare le domande per un questionario

Specifica l’obiettivo del questionario

Lo scopo di un questionario è quello di raccogliere informazioni specifiche riguardo una certa popolazione. Ad esempio, potrebbe interessarti conoscere le preferenze di un gruppo di persone riguardo un determinato prodotto, oppure il loro livello di conoscenza su un certo argomento, o ancora il loro grado di soddisfazione per un certo servizio.

Ti consiglio di condividere l’obiettivo della ricerca anche con i rispondenti, così da motivarli a dedicar tempo ed attenzione alla compilazione del questionario.

In caso di questionario autosomministrato, puoi farlo aggiungendo una sezione iniziale per precisare lo scopo della ricerca, l’importanza delle risposte, chi è il responsabile dello studio ed in quale forma (in genere anonima ed aggregata) verranno trattati i dati raccolti. Ti consiglio poi anche di ringraziare i partecipanti al termine del questionario per la loro partecipazione e di lasciare loro una mail a cui poterti contattare per eventuali ulteriori informazioni sul questionario.

Come strutturare le domande

Un questionario ben strutturato ti permette di poter rispondere a tutta una serie di ipotesi di ricerca. A tal fine:

  • deve essere rappresentativo della popolazione oggetto di studio
  • deve essere progettato per raccogliere informazioni rilevanti.

Se per la rappresentatività è necessario uno studio del campionamento, per la rilevanza è necessario uno studio della letteratura. Se infatti esiste già un questionario validato che rileva queste informazioni, è preferibile utilizzare quello. Quando però non è possibile, è necessario costruire un questionario ad hoc. Ma come?

Costruire un questionario: da dove partire?

Come prima cosa, rispondi a queste domande sul tipo di studio che vuoi condurre. Quindi suddividi il tipo di informazioni che vuoi raccogliere in tre gruppi di variabili:

Ad esempio, se vuoi valutare l’efficacia di un corso di formazione, potresti somministrare delle domande “tecniche” per misurare il livello di abilità raggiunto in un determinato ambito, delle domande riguardo gli studenti (caratteristiche socio-demografiche, altri corsi frequentati, metodo di studio adottato, etc.), e delle domande su come si sono trovati con i singoli docenti.

Come evitare le risposte “a caso”

Per cercare di limitare il più possibile le risposte “a caso”, potresti poi pensare di aggiungere alcune domande che misurano la consistenza delle risposte sull’argomento. Ad esempio:

  • Utilizzando i “reverse items” per evitare che barrino sempre sulla stessa casella
  • Ordinando le domande del questionario dal generale al particolare, dal facile al difficile, dal concreto all’astratto, da quelle più importanti a quelle meno. Se un quesito per te è molto importante, puoi anche valutare di chiederlo una seconda volta, in una forma leggermente diversa, al termine del questionario, così da poter verificare la coerenza nelle risposte. Inserisci poi per ultime le domande socio-demografiche, in quanto i rispondenti saranno più stanchi e quindi sarà più alta la loro probabilità di tirare a caso su domande che richiedono di ragionare.
  • Utilizzando i filtri (ad esempio, sfruttando le “Sezioni” di Google Moduli) così da differenziare le domande in base alla tipologia di rispondenti.

Domande aperte o chiuse?

Le domande aperte sono perfette quando stai esplorando un nuovo fenomeno su cui c’è ancora poca letteratura di riferimento. Ti permettono infatti di esplorare più possibilità, senza limitare le risposte a quelle predefinite.

Le domande chiuse obbligano il rispondente a sbilanciarsi ed a scegliere una o più delle alternative possibili. Richiedono molto meno tempo sia per la compilazione che per l’analisi e pertanto sono perfette per questionari somministrati a campioni molto numerosi. Inoltre, questo tipo di domande tende a minimizzare discriminazioni verso chi ha minori competenze nella prosa.

Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di utilizzare le domande chiuse, ma inserendo l’opzione “altro” e chiedendo ai rispondenti di specificare con un testo libero cosa intendono con questa risposta

Struttura di una domanda: consigli pratici

Il modo in cui le domande sono formulare è importante. Ecco alcuni consigli:

  • Usa frasi brevi e semplici, senza troppe subordinate.
  • Usa una domanda diverse per ogni informazione. Ad esempio “come valuti la pulizia di sala d’aspetto e bagni?” sono due domande diverse. Potresti separarle in “come valuti la pulizia della sala d’aspetto?” e “come valuti la pulizia dei bagni?”.
  • Cerca di evitare le negazioni, soprattutto le doppie negazioni. Ad esempio, invece di “i tempi di attesa non sono adeguati” potresti scrivere “i tempi di attesa sono troppo lunghi”.
  • Evita i termini ambigui. Ad esempio, se chiedi agli studenti di valutare il loro interesse per la “medicina”, questo termine potrebbe essere inteso sia come riferito solo alla “medicina generale” (escludendo la chirurgia generale) per alcuni, mentre come complessivo di tutte le specialità cliniche (quindi includendo anche la chirurgia generale) per altri.
  • Specifica i riferimenti temporali. Ad esempio, se chiedi “quanto spesso hai usufruito del servizio?” non stai specificando in quale periodo. Le risposte potrebbero essere diverse se intendi nell’ultimo mese o nell’ultimo anno, per esempio. Meglio quindi specificare sempre.
  • Se non hai la certezza che i rispondenti conoscano il significato di un determinato vocabolo, esplicitalo aggiungendo la sua definizione.
  • Scegli il giusto livello di dettaglio e ricordati che è sempre possibile aggregare in seguito mentre il contrario, disaggregare, non lo è. Ad esempio, meglio chiedere l’età in anni compiuti e poi eventualmente aggregare successivamente per fasce di età che chiedere direttamente la classe di età e poi accorgersi a posteriori che sarebbe stato preferibile conoscere l’età precisa. Ci sono però quesiti sensibili (come il reddito) per cui proporre fasce di età potrebbe migliorare il tasso di risposta piuttosto che chiedere il valore preciso.

E adesso?

Per approfondire come si costruisce un questionario e se ne analizzano i risultati, ti consiglio di dare un’occhiata anche a questi articoli. E se ti servisse un supporto personalizzato, non esitare a chiedermi una consulenza.

Articoli correlati

Paola Pozzolo

Paola Pozzolo

Sono Paola Pozzolo e mi occupo di consulenze e formazione statistica. Ti aiuto a trasformare i dati in informazioni utili ed affidabili per raggiungere i tuoi obiettivi di ricerca e prendere le decisioni che più valorizzeranno il tuo lavoro.