Grafici per tesi di laurea: quali usare?

18 Marzo 2023 | Analisi dati

Rispetto alle tabelle, i grafici hanno una marcia in più. Poter visualizzare le differenze tra punteggi, osservare l’andamento di una distribuzione o confrontare geometricamente l’ampiezza di due barre permette infatti di farsi un’idea più immediata e chiara dei fenomeni oggetto di studio. Proprio per questo, soprattutto in fase di presentazione dei risultati di uno studio, è in genere consigliabile riportare i dati più interessanti in forma grafica. Ma come? In questo articolo ti mostrerò le principali tipologie di grafico, spiegandoti in cosa si differenziano in modo da aiutarti a trovare quello più adatto per le tue esigenze.

E se poi vuoi approfondire l’argomento, vedere in pratica come si realizzano queste ed altre tipologie di grafico con Excel o Jamovi, e confrontarti con me per scegliere quello più adatto per le tue esigenze, non perderti il mio webinar dedicato proprio ai grafici statistici!

Quali sono i tipi di grafici di Excel?

Excel permette di visualizzare tutte le diverse tipologie di variabili e di interazioni tra esse. Dal menù generale, cliccando su Inserisci, troverai una sezione completamente dedicata a questo scopo. Nello specifico, con Excel puoi realizzare grafici a:

  • Colonne verticali (detti anche grafici a barre verticali) o a barre orizzontali
  • Torta e Radiale (alternative ai grafici a barre quando si hanno poche categorie)
  • Linee, Area, Cascata, Grafico Azionario (perfetti per descrivere le variazioni temporali di un fenomeno)
  • Dispersione o Superficie (per visualizzare la relazione tra variabili quantitative)
  • Mappa (per evidenziare le differenze geografiche)
  • Radar (perfetto per quando un fenomeno è multidimensionale e si vogliono evidenziare le dimensioni di maggiore criticità)
  • Albero o Imbuto (per visualizzare i dati gerarchicamente)
  • Istogramma (per mostrare la distribuzione di una variabile quantitativa e studiarne le caratteristiche, come la normalità e l’asimmetria)
  • Scatola e baffi (per variabili quantitative, permette di individuare gli outliers e di mostrare la differenza tra punteggi medio e mediano)

Quali sono i tipi di grafici di Jamovi?

Utilizzando software statistici, come Jamovi, le possibilità di creare grafici aumentano. Ad esempio, con questo programma ad interfaccia grafica puoi realizzare anche:

  • Grafici di densità (simili agli istogrammi, ma preferibili per il confronto tra più variabili e quando il campione è poco numeroso).
  • Grafici a violino (combinano l’istogramma con il boxplot)
  • Grafici Q-Q (detti anche grafico quantile-quantile, perfetti per capire quanto i dati seguono una distribuzione normale)
  • Mappa di calore (perfetta per mostrare le correlazioni tra molte variabili)
  • Grafici delle medie marginali (per mostrare le differenze significative tra le medie dei gruppi)
  • Curve ROC (molto usate per confrontare tra loro diversi test diagnostici)
  • Curve di sopravvivenza (le più indicate per gli studi che prevedono un follow-up)

Quale grafico per descrivere una variabile?

La scelta del tipo di grafico da utilizzare dipende dal tipo di dati che hai raccolto e da quali sono le domande di ricerca. Ad esempio, nella parte della descrizione delle caratteristiche del campione, puoi usare:

  • Grafico in pila 100% , un tipo particolare di grafico a barre perfetto per mostrare le diverse percentuali di risposta per variabili espresse su scala Likert.

 

Grafici per mostrare le relazioni tra variabili

Per mostrare le differenze tra variabili qualitative (ad esempio, mostrare se ci sono differenze tra percentuali di promossi e bocciati in base al genere), puoi usare il grafico a barre raggruppate.

Se invece vuoi evidenziare le differenze tra due o più nei punteggi di una variabile quantitativa, puoi usare i boxplot, i grafici di densità o i grafici delle medie. Ad esempio, potresti usare queste tipologie di grafico per mostrare le differenze nella distribuzione dei punteggi conseguiti ad un test di matematica tra maschi e femmine.

Infine, se entrambe le variabili sono quantitative (ad esempio, per mostrare la relazione tra punteggi di matematica e scienze, o come cambia il prezzo di una casa in base alla distanza dal centro città), la scelta più indicata è un grafico a dispersione. Se poi l’obiettivo è evidenziare se vi sia una relazione di tipo lineare, a questo grafico puoi sovrapporre anche la relativa retta di regressione ed errore standard.

Come inserire e citare un grafico nella tesi?

Se all’interno della tesi riporti un grafico tratto da un lavoro altrui, ricordati di citarne la fonte, riportandone l’autore, il titolo, l’anno di pubblicazione e, ove opportuno, anche la pagina da cui l’hai preso. Così come avviene per le citazioni, le immagini e le tabelle, anche i grafici sono considerati come plagio se ci si appropria del lavoro altrui senza riportarne il riferimento.

Per quanto riguarda l’impaginazione, in genere non ci sono linee guida specifiche da rispettare. L’importante è inserire il grafico all’interno del corpo della tesi cercando di rimanere all’interno dei margini preimpostati. Ti consiglio poi di usare colori in contrasto tra loro, che permettano di far notare le differenze tra i colori anche nel caso in cui la tesi fosse visualizzata o stampata in bianco e nero.

E’ importante poi numerare i grafici in ordine progressivo, che dovrà essere richiamata nel testo ove opportuno. Se la tesi ne contiene molti, puoi anche suddividerli per capitolo. Ad esempio, se il primo grafico presente nella tesi si trova nel terzo capitolo, puoi indicarlo come Grafico 1, se scegli una numerazione progressiva univoca per tutta la tesi, oppure come Grafico 3.1 se scegli la numerazione suddivisa per capitoli.

In generale:

  • Sopra ogni grafico, inserisci quindi sia la sua numerazione sia una breve didascalia per indicarne il contenuto.
  • Sotto il grafico, riporta invece eventuali note e riferimenti bibliografici.

I grafici si rivelano molto utili anche in fase di presentazione dei risultati tramite slides, per cui il mio suggerimento è di pensarli già in quest’ottica quando li crei. In altre parole, si riesce a comprendere cosa mostrano anche senza leggerne la descrizione del testo della tesi? A tal fine, ti consiglio di aggiungere titoli, etichette di riga e di colonna, valori, legenda e tutto quanto necessario a renderne la lettura chiara e veloce.

Grafici per tesi: e adesso?

Se poi vuoi approfondire le caratteristiche dei singoli grafici, vedere in pratica come si realizzano queste ed altre tipologie di grafico con Excel o Jamovi, e confrontarti con me per scegliere quello più adatto per le tue esigenze, non perderti il mio webinar dedicato proprio ai grafici statistici!

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Paola Pozzolo

Paola Pozzolo

Sono Paola Pozzolo e mi occupo di consulenze e formazione statistica. Ti aiuto a trasformare i dati in informazioni utili ed affidabili per raggiungere i tuoi obiettivi di ricerca e prendere le decisioni che più valorizzeranno il tuo lavoro.