Linee guida per gli studi osservazionali

27 Agosto 2022 | Disegno di ricerca

Per poter valutare uno studio di ricerca, è indispensabile che i suoi risultati siano riportati in modo trasparente e sufficientemente accurato. Ma, nella pratica, come fare? Nel tempo sono state sviluppate tutta una serie di linee guida che ti possono aiutare in questo passaggio. A titolo di esempio, in questo articolo ci concentreremo su quelle relative agli studi osservazionali.

strobe linee guida studi osservazionali

Perché seguire delle linee guida?

Uno studio ben disegnato e condotto è condizione necessaria ma non sufficiente per assicurare trasparenza nella ricerca.  Una fondamentale importanza la riveste, infatti, anche il modo in cui i risultati vengono presentati. Uno studio ben fatto ma riportato malamente o in modo incompleto è infatti svantaggiato nel contribuire alla letteratura perché i risultati e la loro generalizzazione può essere difficile da valutare.

Per tale motivo, negli anni sono state gradualmente introdotte delle linee guida che hanno l’obiettivo di facilitare una valutazione critica dei punti di forza e di debolezza di uno studio e la generalizzazione dei suoi risultati.

Attualmente, la banca dati del network EQUATOR (Enhancing the QUAlity and Transparency Of health Research) ne contiene più di 500 diverse tra loro, tutte riguardanti il reporting della ricerca sanitaria sia primaria che secondaria.

Ricerca primaria e secondaria

La metodologia adottata in uno studio può basarsi su una ricerca primaria o secondaria. Entrambi questi approcci sono fondamentali per la ricerca scientifica e, pertanto, come vedremo, ci sono linee guida apposite per i due diversi approcci.

Ricerca primaria

Nella ricerca primaria le analisi sono condotte sui dati campionari. Queste analisi si suddividono in due grandi categorie:

  • Studi descrittivi: (o non-analitici) sono quelli che hanno come obiettivo quello di fornire un quadro di cosa accade in una popolazione. In altre parole, lo scopo di questi studi è più legato al rispondere a domande sul cosa, quando, dove e come, che sul perché accade un certo fenomeno. Questa tipologia di ricerca includi studi come quelli qualitativi basati su focus group ed interviste (a cui fa riferimento la check-list COREQ) ed i case reports (a cui si riferiscono le linee guida CARE).
  • Studi analitici: in cui rientrano gli studi osservazioni e gli studi sperimentali, di cui più sotto troverai spiegata nel dettaglio la differenza.

Ricerca secondaria

Nella ricerca secondaria rientrano invece quegli studi in cui la base di partenza non sono i dati grezzi osservati su un campione ma i risultati di analisi condotte come ricerche primarie. L’obiettivo della ricerca secondaria è, infatti, quello di integrare i risultati degli studi primari attraverso la loro ricerca valutazione critica, selezione e sintesi.

Per poter trarre conclusioni attendibili su un certo fenomeno, non è infatti sufficiente basarsi su un singolo studio ma è necessario considerarne di più. Questo perché il singolo studio potrebbe essere soggetto, ad esempio, ad errori di campionamento o di misurazione. Questa tipologia di ricerca include tecniche come le revisioni sistematiche e le meta-analisi. Ci sono quindi, ad esempio, meta-analisi basate su studi sperimentali ed altre basate su studi osservazionali.

Che cosa sono gli studi osservazionali?

Tipologia di studi osservazionali

Gli studi osservazionali si suddividono in:

  • studi basati su popolazione (detti studi ecologici o correlazionali)
  • studi basati su campione

Studi basati sulla popolazione

Gli studi di correlazione (o ecologici) sono così chiamati perché sono applicati a gruppi di soggetti (popolazioni) ed hanno l’obiettivo di mettere in relazione la distribuzione di uno o più fattori di rischio e una patologia. Ad esempio, si utilizza questa tipologia di studi per valutare la correlazione tra inquinanti ambientali ed una specifica malattia in determinate popolazioni.

Studi basati sul campione

Gli studi osservazionali basati sul campione invece si basano sull’osservazione di singoli individui e si suddividono a loro volta in:

  • Studi trasversali, detti anche studi di prevalenza
  • Studi di coorte, detti anche studi di follow-up o studi longitudinali
  • Studi caso-controllo 

CONSORT, PRISMA e STARD

In ambito medico, i tentativi di creare delle linee guida si sono focalizzati, in prima battuta, sugli studi sperimentali controllati (RCT) e sulle loro revisioni sistematiche e meta-analisi.

Nel 1996 viene così creato il documento CONSORT (Consolidated Standards of Reporting Trials), poi rivisto nel 2001 e 2010.

Nello stesso anno è stato anche definito il documento QUOROM che, nel 2005, verrà poi aggiornato definendo il documento PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses), la cui versione più recente è del 2020.

L’anno successivo il focus si sposta poi sugli studi osservazionali che hanno il vantaggio di poter includere un campione più numeroso rispetto agli studi sperimentali ad un costo minore, permettendo il confronto tra gruppi e più lunghi periodi di follow-up per determinare rischi e benefici a lungo termine. Vengono così gettate le basi del documento MOOSE (Meta-analysis Of Observational Studies in Epidemiology), che definisce le linee guida per il reporting delle meta-analisi basate su studi osservazionali. 

Prendendo invece spunto dal documento CONSORT, nel 2003 è poi stata definita la prima versione del documento STARD (STAndards for the Reporting of Diagnostic accuracy studies), poi rivista nel 2015, che ha come obiettivo il fornire delle linee guida per riportare gli studi di accuratezza diagnostica. Ovvero, gli studi dove si confronta un test diagnostico con uno standard di riferimento clinico, o gold standard.

A partire dal 2004 viene poi anche definito un corrispettivo del CONSORT per gli studi osservazionali, il documento STROBE.

Le linee guida STROBE

Al fine di migliorare la trasparenza nella descrizione degli studi osservazionali basati sul campione, a partire dal 2004 è stata elaborata una lista di punti chiave (il documento STROBE) su come riportare i risultati di tali studi.

L’iniziativa STROBE (Strengthening the Reporting of Observational Studies in Epidemiology) è nata quindi con lo scopo di sviluppare raccomandazioni su ciò che dovrebbe essere incluso in una descrizione accurata e completa di uno studio osservazionale.

Per tale motivo, facendo tesoro delle esperienze precedenti, in particolare di quella di CONSORT per gli studi sperimentali, è stata creata una check-list costituita da 22 punti.

Questi elementi riguardano:

  • titolo e l’abstract dell’articolo (elemento 1)
  • l’introduzione (elementi 2 e 3)
  • la sezione dei metodi (elementi 4-12)
  • la sezione dei risultati (elementi 13-17)
  • la sezione della discussione (elementi 18-21)
  • informazioni supplementari (elemento 22 sulle fonti di finanziamento).

Diciotto elementi sono comuni ai tre disegni di studio (caso-controllo, trasversali e di coorte), mentre quattro (gli elementi 6, 12, 14 e 15) sono specifici per i diversi disegni, con versioni differenti di tutto l’elemento o diverse solo in parte. Per alcuni elementi le informazioni devono infatti essere fornite separatamente per i casi e per i controlli negli studi caso-controllo, o per i gruppi esposti e quelli non esposti negli studi di coorte e trasversali.

Così come le altre linee guida, anche il documento STROBE non è un modello rigido per la descrizione degli studi osservazionali.

In altre parole, non è vincolante rispettare alla lettera le raccomandazioni contenute al suo interno per poter pubblicare uno studio osservazionali. Tuttavia, è caldamente consigliato conoscerle e, ove possibile, strutturare i risultati dello studio secondo tali indicazioni.

In particolare, gli stessi fautori del documento STROBE indicano che gli elementi della checklist dovrebbero essere introdotti in qualche punto dell’articolo con dettaglio e chiarezza sufficienti, ma l’ordine e la forma della presentazione dipenderanno dalle preferenze dell’autore, dallo stile della rivista e dalle tradizioni in quel particolare campo di ricerca.

STREGA

Il documento STREGA (STrengthening the REporting of Genetic Association studies) è un’estensione dello STROBE che si utilizza negli studi sulle associazioni genetiche.

MOOSE

Il documento MOOSE (Meta-analysis Of Observational Studies in Epidemiology) è un corrispettivo del PRISMA per riportare le meta-analisi tratte da studi osservazionali.

Questa check-list è costituita da 35 elementi che riguardano il come riportare:

  • il background (4 elementi)
  • la strategia di ricerca (10 elementi)
  • i metodi (8 elementi)
  • i risultati (4 elementi)
  • la discussione (3 elementi)
  • le conclusioni (4 elementi)

E adesso?

Il disegno di ricerca è la strategia dell’intera ricerca, quella che ti permetterà di realizzare un’analisi dei dati corretta ed efficace. In questi articoli scoprirai passo passo come progettare le diverse fasi di uno studio scientifico che ti permetta di trovare risposte accurate a tutti i tuoi quesiti di ricerca.

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Paola Pozzolo

Paola Pozzolo

Sono Paola Pozzolo e mi occupo di consulenze e formazione statistica. Ti aiuto a trasformare i dati in informazioni utili ed affidabili per raggiungere i tuoi obiettivi di ricerca e prendere le decisioni che più valorizzeranno il tuo lavoro.