Statistica: definizione pratica ed esempi

13 Marzo 2021 | Formazione

La statistica è la scienza che attraverso l’utilizzo di metodi matematici ti aiuta a trovare risposte alle tue ipotesi di ricerca su fenomeni collettivi. La maggior parte delle azioni che compiamo quotidianamente sono il frutto di un ragionamento statistico. In questo articolo ti aiuterò a capire come la statistica potrebbe essere utile anche a te.

statistica: definizione

Statistica: definizione pratica

“La statistica è una disciplina che ha come fine lo studio quantitativo e qualitativo di un particolare fenomeno collettivo in condizioni di incertezza o non determinismo, cioè di non completa conoscenza di esso o di una sua parte.” (Wikipedia)

Questa è la definizioni teorica di cosa si intende per statistica secondo Wikipedia. Altre definizioni simili le puoi trovare facilmente in qualsiasi libro di statistica o anche sul dizionario. Più complicato invece trovarne una definizione pratica. Che cos’è in concreto la statistica?

A livello pratico, la statistica è definibile come un insieme di tecniche di analisi dei dati che ti permettono di:

  1. progettare: pianificare come, quali e quanti dati è necessario raccogliere per uno studio
  2. descrivere: sintetizzare i dati con tabelle e grafici
  3. inferire: generalizzare i risultati e fare previsioni basandosi sui dati raccolti
  4. trarre conclusioni e presentare: riassumere in modo efficace le informazioni contenute nei dati per comprendere meglio la realtà che ci circonda

Nella maggior parte dei casi, le analisi statistiche si fanno solo su una parte della popolazione che si vuole studiare. Pertanto è importante poi non solo descrivere cosa è contenuto nel campione (statistica descrittiva) ma anche utilizzare la probabilità per stimare, con il minor grado di incertezza possibile, cosa succede nella popolazione da cui è stato estratto quel campione (inferenza statistica).

A cosa serve la statistica?

Senza superare almeno un esame di statistica ormai è diventato quasi impossibile laurearsi in qualsiasi facoltà. Ma ovviamente non dovrebbe essere questa l’unica motivazione per studiare questa materia.

Il mondo infatti è pieno di variabilità e qualche volta è decisamente complicato distinguere differenze reali dalla semplice variabilità naturale. Non esistono due individui appartenenti alla stessa popolazione che siano esattamente identici e, pertanto, misurarne le caratteristiche è una sfida impegnativa.

Ma è proprio in questo contesto che la statistica trova il suo perché. Sarebbe infatti una materia del tutto inutile se in questo mondo tutti fossimo identici uno all’altro. Ma, per fortuna, questo non succede: la variabilità arricchisce e la statistica è lo strumento che ti permette di studiarla.

Puoi pensare alla statistica come ad una cassetta degli attrezzi che contiene gli strumenti che permettono di descrivere e misurare diversi aspetti di un fenomeno attraverso la quantificazione dell’incertezza che lo caratterizza.

Molte delle azioni e dei ragionamenti che facciamo nella nostra vita quotidiana sono il risultato di analisi statistiche che facciamo senza formalizzarle come tali. La statistica ti permette semplicemente di renderle più complete e quindi più oggettive, tenendo conto della loro variabilità e del loro grado di incertezza.

Da una parte permettendoti di analizzare più informazioni di quanto potresti fare a mente. Dall’altro di stabilire dei criteri condivisibili da più persone per prendere o meno una decisione.

Uno degli scopi della statistica è infatti anche quello di rendere utilizzabili grandi quantità di informazioni. Spesso infatti non è che non ci siano i dati, ma è la loro raccolta ed elaborazione che viene a mancare.

In altri termini, la statistica, se fatta bene, è un ottimo antidoto al pregiudizio. E’ uno strumento che ti permette infatti di ascoltare, senza giudicare, quello che i dati hanno da dire e di farti un’opinione più oggettiva su un determinato fenomeno.

Statistica descrittiva

Tutte le volte che noti che sul tuo autobus ci sono più femmine che maschi, stai calcolando una moda. In altre parole, stai osservando che nel tuo campione di osservazione (i passeggeri dell’autobus) la variabile “Genere” ha una frequenza maggiore per la modalità “femminile” che per la modalità “maschile”.

Quando calcoli il voto di partenza per la laurea, stai facendo una media pesata ed anche una normalizzazione. Come prima cosa infatti, dato che ogni esame infatti ha un peso (CFU) diverso, farai una media ponderata dei tuoi esami. E poi normalizzerai il risultato passando da una scala in trentesimi ad una in centodecimi.

Se osservi che metà dei tuoi amici si allenano per meno di mezz’ora al giorno e l’altra metà per più di mezz’ora, stai calcolando una mediana sui tuoi dati. Calcolare il tempo di allenamento mediano significa infatti ordinare i tuoi amici da quello che si allena di meno a quello che si allena di più. E poi vedere quale è il valore centrale che permette di suddividere i tuoi amici in due gruppi di eguale numerosità.

E per affermare che chi va bene all’esame di statistica di solito va anche bene anche all’esame di matematica, devi prima aver valutato che c’è una correlazione positiva tra le due variabili. All’aumentare del voto preso all’esame di statistica (prima variabile) stai infatti osservando che aumentano in media anche i voti presi all’esame di matematica (seconda variabile).

Inferenza statistica

Fare i complimenti ad un tuo amico dicendogli che è un bravo cuoco dopo che ti ha cucinato la cena, è il risultato di un’inferenza statistica che hai fatto a mente. Basandoti sull’osservazione di quanto erano buoni quei due-tre piatti che ha cucinato quella sera, stai infatti generalizzando il risultato dell’osservazione attribuendo una elevata probabilità all’ipotesi che il tuo amico se la cavi bene a cucinare anche altri piatti.

Quando noti che i pantaloni dei bambini tendono normalmente ad essere sempre più usurati nella zona delle ginocchia, stai osservando una distribuzione normale. La stessa cosa capita ad esempio con i vecchi maniglie delle porte, dove la parte dove di solito si appoggia di più la mano è sempre la più scolorita.

Se guardi fuori dalla finestra e, guardando dei grossi nuvoloni neri all’orizzonte, pensi che tra poco inizierà a piovere, quello che stai facendo è una previsione statistica. In altri termini, ti stai basando su una serie storica (le situazioni in cui in passato ti è già capitato di vedere nuvoloni simili e poi si è messo a piovere) per fare una previsione su cosa accadrà in futuro.

Quando noti che chi ha le scarpe da running tende a correre più velocemente di chi ha le scarpe da tennis, significa che hai fatto un confronto tra le medie di due gruppi tra loro indipendenti. In altre parole, stai paragonando un indice riassuntivo della variabile quantitativa (ad esempio, la velocità media nella corsa) in due gruppi diversi (chi ha le scarpe da running e chi ha le scarpe da tennis).

E se i gruppi diventano tre o più, perché magari osservi anche la velocità nella corsa di chi ha i mocassini, allora stai calcolando un’ANOVA ad una via. In altri termini, stai confrontando la variabilità nei diversi gruppi, chiedendoti prima se ce ne è almeno uno diverso dagli altri e poi confrontandoli a coppie.

Definizione di statistica: altri significati

Nel linguaggio comune, con il termine statistica spesso si definisce il risultato numerico di un’analisi dati. Ad esempio, il numero medio di gol a partita di un certo giocatore può essere considerata una statistica.

In termini più tecnici, i vari indici assumono però nomi diversi a seconda che si riferiscono alla popolazione o al campione. In particolare, gli indici che si ottengono come risultato di un’analisi dei dati si chiamano:

  • statistiche se si riferiscono alla campione
  • parametri se sono stati calcolati su un popolazione

Origini della statistica

Il termine statistica deriva dal latino status. La stessa origine etimologica del termine statista, e quindi probabilmente il motivo per cui a volte viene fatta confusione tra i due termini

Il rilevare informazioni sui beni e sulle persone e tenerne traccia scritta è un’usanza antichissima. Se ne trovano tracce già nella civiltà egizia e cinese e persino la nascita di Gesù è legata ad un censimento della popolazione.

Tuttavia, le origini della statistica moderna, si fanno risalire al 1600 con lo studio della demografia ed il calcolo  del reddito nazionale.

Definizione di statistica: e adesso?

Se non hai ancora le idee chiare su come affrontare un’analisi statistica, ho creato per te un workbook che ti aiuterà a fare maggiore chiarezza e poterti focalizzare meglio sulle azioni pratiche che devi fare.

Una volta definiti i tuoi obiettivi di ricerca, per capire come raccogliere i dati puoi partire da guida gratuita su popolazione e campione che ti permetterà di districarti meglio tre le diverse tipologie di popolazione e piani di campionamento.

I dati li hai già e il tuo problema è come effettuare le analisi ed interpretarne i risultati? In questa guida gratuita di statistica troverai spiegati in modo semplice dieci delle tecniche statistiche più utilizzate.

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Paola Pozzolo

Paola Pozzolo

Sono Paola Pozzolo e mi occupo di consulenze e formazione statistica. Ti aiuto a trasformare i dati in informazioni utili ed affidabili per raggiungere i tuoi obiettivi di ricerca e prendere le decisioni che più valorizzeranno il tuo lavoro.